PLAYTHEBRAIN© NEUROSCIENZE AL LAVORO - Esperienze e strumenti pratici per comprendere le dinamiche relazionali sui luoghi di lavoro.
Riccardo Bubbio (a cura di) – Contributi di: Giorgio Barbero, Diana Boccalatte, Riccardo Bubbio, Serena Candeo, Roberto Ceschina, Eleonora Chiodino, Monica Cialliè, Monica Coppola, Elena Ernandez, Simona Ientile, Paola Magliano, Lara Martini, Roberto Mattio, Laura Mondino, Silvia Pelicchi, Federica Riccardi, Raffaella Ricci, Clara Rocca.
Casa editrice: Franco Angeli
Rate Management Talks: 4,8/5
UNA PIACEVOLE CONTINUAZIONE!
Il libro che ci apprestiamo a commentare è la seconda puntata di un lavoro che è portato avanti da un gruppo di esperti che abbiamo già incontrato in una nostra precedente recensione IL CERVELLO AL LAVORO – Neuroscienze in azienda: dalla teoria alla pratica. Il gruppo in questione si chiama: PLAYTHEBRAIN© ⁽¹⁾.
Il tema, che abbiamo già affrontato, è l’affascinante mondo delle neuroscienze applicate al mondo del lavoro. In questa seconda opera vengono toccati i meccanismi più profondi del funzionamento del nostro cervello e ci accingiamo di seguito a riportarvi la nostra esperienza di lettura.
L’INFINITO DENTRO DI NOI – LA NOSTRA MENTE, IL NOSTRO CERVELLO E IL NOSTRO “ESSERE” UMANI!
Certamente il mistero più profondo del “creato” non dobbiamo cercarlo lontano, ma è dentro di noi!
I professionisti di: PLAYTHEBRAIN© neuroscienze al lavoro vogliono accompagnarci alla scoperta di questo mistero o perlomeno farci venire la curiosità di andare ad esplorarlo per quanto ci è possibile. Lo scopo è di comprendere sempre meglio prima noi stessi, come funzioniamo nell’ambito delle nostre abilità cognitive e dei nostri pensieri, per poter comprendere meglio anche gli altri con i quali sviluppiamo inevitabilmente delle relazioni, sia nella nostra vita privata sia nel mondo professionale e delle organizzazioni. Chiunque, a qualsiasi titolo, si trovasse a dover gestire delle relazioni non potrebbe prescindere dal dover comprendere, in qualche modo, l’intrinseca complessità che deriva, in ultima analisi, dal funzionamento del nostro cervello. Ecco perché questo libro, come anche il precedente, si rivolge ad un’ampia platea di professionisti di diversi ambiti e specialità, che devono affrontare le complessità della natura umana, affinché da queste complessità possano emergere quelle incredibili potenzialità di cui noi tutti siamo “portatori sani”.
LO STILE DEL LIBRO
Il libro segue uno stile molto leggibile, ma è denso di riferimenti ed è molto profondo come livello nozioni e spiegazioni sul funzionamento della nostra mente e del nostro cervello. Rispetto al precedente libro, che consigliamo vivamente di leggere, si può considerare un ampliamento di contesto e anche un approfondimento delle tematiche. La narrativa del libro è sempre scorrevole e facile da comprendere. E’ ricca di aneddoti e di esempi esplicativi che aiutano il lettore a poter entrare all’interno dei concetti, che vengono esemplificati in una maniera sempre ben comprensibile. Nella struttura del libro si nota fortemente la sua ricchezza che è frutto della collaborazione e dell’apporto di conoscenze da parte di numerosi professionisti esperti delle diverse aree che sono affrontate. I vari capitoli sono infatti trattati dai differenti autori dove ognuno approfondisce le varie aree tematiche. La lettura del libro risulta molto piacevole rimanendo sempre in una coerenza complessiva della sua linea editoriale. Quindi si nota molto bene la presenza di un lavoro corale, da parte di un team molto ben strutturato ed affiatato, quale dimostra di essere PLAYTHEBRAIN©.
L’ETEREA MATERIA DI CUI SONO FATTI I NOSTRI PENSIERI , LE EMOZIONI
Potremmo affermare che noi “siamo” quello che pensiamo o meglio quello che proviamo attraverso le nostre emozioni! Il libro ci parla in primis delle “emozioni” e di come esse permeano inesorabilmente tutte le dinamiche relazionali nella nostra vita, sia personale che lavorativa. Quindi perchè ostinarsi a voler sostenere la battaglia (persa in partenza) di cercare di escluderle o di credere che cercando di limitarle ne potremmo trarre un qualche beneficio ? In realtà bisogna riconoscerle e saperle interpretare per farne un punto di forza e una fonte di resilienza.
Pertanto il libro ci introduce alle tematiche del Neuromanagement e della Neuroleadership per poter fornire ai moderni responsabili di Persone le più efficaci metodiche per una migliore comprensione e consapevolezza innanzitutto di se stessi, dei propri meccanismi emozionali-cognitivi e poi empaticamente di quelli degli altri, al fine di poter sostenere la migliore “armonia relazionale” possibile. Il messaggio che arriva dagli autori ci vuole evidenziare che le organizzazioni sono dei sistemi complessi di “calde” emozioni e relazioni umane, prima che “freddi” insiemi di processi “meccanici” e asettiche regolamentazioni. Il moderno Neuromanager (o il NeuroLeader) deve acquisire la capacità di comprendere e di lavorare su questi complessi aspetti umani e di trarne vantaggio “esistenziale” per sé e per tutte quelle Persone con cui ha contatto e di conseguenza per l’organizzazione di cui esse fanno parte. Ho utilizzato il termine esistenziale in quanto la narrazione del libro mi ha ispirato proprio l’essenza dell’esistenza umana. Essa può palesarsi nella sua forma più alta solamente quando si riesce a riconoscere tutta l’importanza che ricoprono le emozioni e le relazioni. Oserei aggiungere infine che bisognerebbe prendere coscienza che le organizzazioni dipendono strutturalmente dalle stesse dinamiche relazionali, essendo composte essenzialmente da Persone.
PERCHE’ CI COMPORTIAMO COME CI COMPORTIAMO
Uno dei punti focali del libro è rappresentato quindi dalle “emozioni”! Esse hanno il potere di condizionare continuamente il nostro “essere”, di influenzare il come percepiamo gli altri e anche di come siamo percepiti noi stessi dagli altri! Quindi dobbiamo ammettere che siamo fondamentalmente “esseri emozionali” e come tali ci comportiamo. Siamo tutti sospinti da tali “motori emozionali” che ci portano a comportarci secondo schemi che possono essere anche inconsapevoli. Ecco perché il riconoscimento, la convivenza armonica e l’accoglimento delle nostre emozioni (che sono una parte ineludibile di noi stessi) è un passaggio fondamentale. E’ necessario per poter avere quell’esistenza piena e consapevole che ci serve per affrontare al meglio le sfide che il mondo (non solo professionale) ci pone davanti ogni giorno. Le nostre emozioni sono lì non per un caso, ma perchè sono biologicamente ed evolutivamente indispensabili per la nostra vita. Noi tutti dovremmo imparare a riconoscerle ed apprezzarle a fondo, perchè possono essere nostre grandi alleate (o nostre acerrime nemiche), dipende dal come le sappiamo trattare ed interpretare. Attenzione che non possiamo illuderci di ingabbiarle o dominarle più di tanto! Quindi la prima parte del libro ci porta alla scoperta di questo affascinante campo emozionale. Gli autori ci vogliono spiegare come possiamo evolvere in Neuromanager/Neuroleader, se comprendiamo le complesse dinamiche emozionali, anche con l’aiuto delle neuroscienze che forniscono gli elementi scientifici concretamente riscontrabili.
I “MECCANISMI” DEL NOSTRO CERVELLO E IL NEUROMANAGEMENT
Nel libro viene anche ripreso e spiegato come è strutturato il cervello e le continue interazioni di pensiero tra la parte “veloce” e quella “lenta”. Gli autori ci ricordano che i nostri percorsi cognitivi sono fortemente gestiti con il “risparmio energetico”. Questa condizione “biologica” è la causa delle “scorciatoie mentali”, che spesso il nostro cervello tende a prendere quando dobbiamo affrontare il mondo (ed in particolare ogni situazione decisionale sotto stress). I cosiddetti “bias cognitivi” sono sempre presenti e ci possono far prendere delle decisioni troppo avventate (parte veloce) o comunque poco ragionate (parte lenta). Il libro ci offre delle chiare spiegazioni su come tali meccanismi agiscono e come possiamo prenderne coscienza per imparare a riconoscerli e gestirli per migliorare i nostri comportamenti e le nostre decisioni.
Inoltre gli autori gettano una luce anche su un altro affascinante e determinante meccanismo del nostro cervello e che è la “memoria”. Essa non esiste solo al livello individuale ma anche collettivo. Gli autori descrivono in modo molto preciso e chiaro come si struttura la memoria, che ha differenti livelli e come essa vada gestita ed allenata per poter servire in modo efficiente ed efficace i nostri processi cognitivi. Il libro dedica un intero capitolo alla spiegazione della memoria in quanto essa è realmente fondamentale per “essere”, da un punto di vista esperienziale, noi stessi ma altrettanto per essere all’interno di un gruppo o una organizzazione. Potremmo asserire che la nostra memoria definisce la nostra identità, perché in pratica è la storicizzazione e il consolidamento delle nostre esperienze, da cui attingiamo con i nostri meccanismi cognitivi (e lo stesso vale per le delle organizzazioni). Il capitolo sulla memoria è quindi un passaggio fondamentale del libro, per dare un ulteriore strumento al lettore che si vuole avviare verso la conoscenza del neuromanagement.
L’AMBIENTE, IL WELLNESS E LA SICUREZZA PSICOLOGICA
Nel percorso narrativo offerto dagli autori vi sono altri importanti aspetti da considerare; il primo è l’ambiente in cui si sviluppano le nostre interazioni sociali e professionali. Come abbiamo detto il nostro cervello è efficiente, nel senso che non spreca energia e ha il compito primario di farci sopravvivere, reagendo preferibilmente con velocità e basso consumo. Quindi in un ambiente che avvertiamo come “pericoloso” (anche solo in senso “sociale” o relazionale) i meccanismi sono basati molto sulle “euristiche” mentali. Esse prevedono pensieri veloci, perché ravvisiamo che è in gioco qualcosa di importante. Quindi in un ambiente in cui ci sono costantemente situazioni “stressanti” (o avvertite come pericolose) siamo biologicamente portati a reagire con la parte più “veloce” e istintiva, ma meno elaborativamente complessa dei nostri percorsi cognitivi. Questa situazione potrebbe non essere ottimale per costruire delle organizzazioni performanti e soprattutto in modo sostenibile. Ecco perché gli autori ci parlano di “wellness” nelle organizzazioni, che diventa un fattore strategico per il successo sostenibile delle stesse nel lungo periodo. Inoltre il concetto di wellness è descritto come essere ad ampio spettro e definire una “cultura del benessere” al livello complessivo psico-fisico. Viene discusso anche il benessere a cui contribuisce un corretto regime alimentare, che nelle organizzazioni virtuose è molto attenzionato e promosso in modo attivo.
Un altro aspetto trattato è la “sicurezza psicologica” che, sempre da un punto di vista cerebrale, è il substrato che permette all’inventiva e all’innovazione di proliferare. Il libro mette in guardia da un ambiente “minaccioso” e “tossico” in quanto può fortemente ridurre e limitare la performance dei singoli individui e di conseguenza dell’organizzazione. Per contro un ambiente inclusivo ed aperto, che lasci spazio all’apprendimento incrementale e per tentativi, può essere molto performante. Infatti si possono facilitare, al livello biologico, tutta una serie di meccanismi abilitanti per il nostro cervello che riesce a lavorare in maniera più integrata e virtuosa tra la parte veloce e quella lenta. In tale condizione si possono esprimere le massime capacità cognitive, con grandi benefici che si autoalimentano in un circolo virtuoso. Il libro sostiene la descrizione di tali dinamiche con una grande densità di riferimenti scientifici e fattuali che possono convincere pienamente anche il lettore più curioso.
Un altro argomento toccato dal libro è la relazione tra le differenti generazioni. Questa interazione può portare elementi di confronto che possono essere delle enormi risorse oppure degli enormi ostacoli, dipende dalla capacità di apertura verso il “differente” che ha l’organizzazione. In un intero capitolo viene descritto come sul livello di benessere ambientale incida significativamente il tipo di apertura e di inclusività anche “generazionale” che si riesce a promuovere nelle organizzazioni. Mai come oggi si riscontra, in uno stesso momento, una tale “ricchezza generazionale”. Infatti troviamo nelle organizzazioni una grande diversità generazionale rappresentata dal numero di contemporanee generazioni che cooperano insieme. Questa situazione comporta anche una ricca “differenza cognitiva/comportamentale”, di bisogni/priorità percepiti ed in generale di aspetti culturali. E’ una sfida di una complessità “unica”, che probabilmente è la prima situazione storica del genere che incontriamo. E’ vitale per le organizzazioni (e direi per la società) che si riesca a prenderne una profonda coscienza collettiva di tale situazione per poterla guidare tutti insieme nel verso giusto!
LA “SPINTA GENTILE” (“NUDGE”), IL LINGUAGGIO COME LA CONNESSIONE TRA LE MENTI E LA “BRAIN AGILITY”
Nella parte finale del libro viene offerto un interessantissimo capitolo specificatamente per la descrizione di come il “linguaggio” (da un punto di vista neuroscientifico e cognitivo) sia centrale per la nostra “intelligenza” e per i nostri processi cognitivi nel senso più ampio possibile. Il liguaggio è determinante per le relazioni sociali in generale, ma chiaramente anche per le organizzazioni e non solo al livello squisitamente comunicativo. Viene descritto il motivo per cui il linguaggio sia intimamente correlato, nella nostra struttura cerebrale, con la stessa capacità cognitiva e tali correlazioni sono uno dei campi di ricerca più affascinanti delle neuroscienze. Il linguaggio è definito dagli autori come “il ponte tra i cervelli”! Infatti permette a noi esseri umani di costruire le Culture e le nostre intricate reti relazionali che alimentano l’iper-socialità, che ci contraddistingue rendendoci la specie più evoluta (oltre che quella dominante) sul nostro pianeta.
Per concludere la carrellata si deve citare anche un ulteriore approfondimento nel capitolo che parla della spinta gentile il cosiddetto “nudge” ( detta anche “spinta gentile”). Viene spiegato come questa teoria è utilizzata in molti ambiti (anche di carattere economico) e si basa sempre sulle scoperte delle neuroscienze. Questo argomento è molto affascinante ed interessante in quanto può fornire uno strumento o comunque delle tecniche (che non siano manipolatrici ed invasive) per poter cercare di facilitare l’orientamento verso dei comportamenti virtuosi delle persone all’interno di ambiti sociali e strutture organizzative. Viene spiegato in dettaglio e con diversi esempi come queste metodiche, attuate mediante una leadership etica ed illuminata, possano creare un ambiente favorevole ai cambiamenti. In tale modo si incoraggia naturalmente le persone ad adottare comportamenti vantaggiosi sia per sé stesse che per il gruppo, facilitando così il raggiungimento di obiettivi sia individuali che condivisi.
In ultimo il libro si chiude con un capitolo dedicato a degli esercizi di “brain agility”. Il capitolo serve a spiegare il concetto di adattabilità e in qualche modo di agilità che si può sviluppare attraverso un opportuno approccio sistematico a quella flessibilità mentale al livello personale, ma anche e soprattutto al livello organizzativo. In tal senso si può dare una grande spinta alla costruzione di contesti molto efficienti, che riescano a fare leva sulle infinite potenzialità cognitive collettive umane e nel rispetto delle caratteristiche personali di ognuno.
CONSIDERAZIONI FINALI E COSA “PORTARE A CASA”
Questo libro spinge a riflettere profondamente sulla nostra mente e sui nostri comportamenti e su come le neuroscienze possano effettivamente rivoluzionare il nostro approccio alla gestione delle organizzazioni come insiemi complessi di Persone interagenti. La sua lettura non solo amplia le nostre conoscenze, ma ci sfida a ripensare radicalmente il modo in cui interagiamo, comunichiamo e prendiamo decisioni nel contesto lavorativo e personale. Gli autori ci vogliono offrire una prospettiva nuova e unica che unisca l’esplorazione delle neuroscienze con la pratica manageriale, aprendo nuove strade per creare ambienti di lavoro più “umani”, inclusivi e resilienti. Per chiunque sia coinvolto in un ruolo di leadership e nella gestione delle Persone, questo libro può rappresentare una bussola preziosa per navigare la complessità delle relazioni umane, in particolare nel mondo professionale moderno. Non ho remore ad affermare che la lettura di questo libro (consigliando anche il precedente citato prima) non è solo illuminante, ma potenzialmente trasformativa per le nostre organizzazioni e per noi stessi come professionisti ed esseri umani.
RIFERIMENTI:
Il cervello al lavoro – neuroscienze in azienda – dalla teoria alla pratica
GLI AUTORI:
Riccardo Bubbio: è Vicepresidente dell’associazione per la direzione del personale Piemonte e Valle d’Aosta e coordinatore del progetto Neuroscienze applicate al HR, autore di libri e articoli e conference speaker. Ha ricoperto numerosi ruoli manageriali in aziende bancarie, occupandosi di risorse umane e di modelli organizzativi; si è specializzato nello studio dell’applicazione delle nuove metodologie formative e di sviluppo competenze connesse al cambiamento e alla trasformazione della cultura aziendale. Ha curato “Il Cervello al lavoro”, Franco Angeli, 2022. svolge attività di docenza presso l’Università degli Studi di Torino ed è membro del comitato scientifico del Master in Organizzazione Risorse Umane presso la stessa Università.
Gli altri autori: Giorgio Barbero, Diana Boccalatte, Serena Candeo, Roberto Ceschina, Eleonora Chiodino, Monica Cialliè, Monica Coppola, Elena Ernandez, Simona Ientile, Paola Magliano, Lara Martini, Roberto Mattio, Laura Mondino, Silvia Pelicchi, Federica Riccardi, Raffaella Ricci, Clara Rocca.
⁽¹⁾ PLAYTHEBRAIN© è Un gruppo di ricerca composto da oltre 30 professionisti HR, psicologi, esperti in formazione e organizzazione aziendale che si dedica ad analizzare, studiare ed applicare le scoperte neuroscientifiche al mondo delle risorse umane, del benessere e delle relazioni sui luoghi di lavoro. PLAYTHEBRAIN© è un marchio depositato da AIDP Piemonte e Valle d’Aosta per garantire la proprietà intellettuale, l’accuratezza scientifica e la correttezza metodologica di tutta la produzione intellettuale del gruppo. PLAYTHEBRAIN© vuole creare cultura e benessere nelle organizzazioni aziendali, migliorando le capacità di prendersi cura di noi stessi e delle persone nelle organizzazioni. Ha come obiettivo, inoltre, di fornire delle chiavi di lettura sulle scoperte neuroscientifiche applicabili al HR con un taglio divulgativo ma allo stesso tempo accreditato scientificamente. Nel 2022 è stato pubblicato il primo volume che raccoglie tutto il lavoro fatto con il titolo: Il Cervello al Lavoro; il secondo volume invece contiene gli studi e le esperienze relative agli ultimi due anni di lavoro e si possono seguire l’avanzamento degli studi in materia sul sito playthebrain.eu .
Rating Management Talks: 4,8 su 5
Da leggere: assolutamente si
Recensione Management Talks a cura di: Umberto Surricchio