IL VALORE NON HA ETÀ. Persone e organizzazioni oltre il divario generazionale.
Autrici: Ilaria Marchioni, Gaia Moretti, Giulia Tossici
Editore: Egea
Rate Management Talks: 4,6/5
Recensione a cura di Silvia Donatello per managementtalks.it
UN’ANALISI GENERAZIONALE FORMIDABILE!
Oggi nelle organizzazioni esiste una realtà che non c’è mai stata prima: lavorano insieme quattro diverse generazioni. Dai Boomers agli Xer, passando per gli Xennial, Millenials fino alla GenZ.
Nuovi a questo tipo di classificazioni generazionali, se così si può dire? Allora non potete perdervi il libro in questione.
Quali sono i pregiudizi legati all’età all’interno delle aziende e delle organizzazioni? Ritenere un collega “troppo giovane” o “troppo senior” è un bias, uno stereotipo o un muro dietro cui alcuni si rifugiano per convenienza o incomprensioni? E come ci vedono i nostri colleghi?
Dal canto nostro noi siamo sicuri di conoscere davvero le ragioni sociologiche e ambientali dei comportamenti e delle attitudini di chi lavora con noi?
Una delle possibili risposte a queste domande è che una buona gestione delle organizzazioni non può più trascurare il tema del gap cognitivo tra le generazioni che la vivono. L’age management è ormai imprescindibile nell’ambito della formazione, della consulenza, del coaching e del futuro del mondo del lavoro in generale.
Come emerso da moltissime analisi, indagini e studi di settore, bisogna favorire la crescita nelle relazioni tra persone che hanno diverse età perché questo ha un impatto più che positivo sulla creatività, sulla crescita, sulla resilienza e quindi sull’intera performance organizzativa.
La collaborazione reciproca e la motivazione sono direttamente proporzionali al benessere del singolo partecipante e sentirsi parte di un ambiente inclusivo, anche rispetto all’età, è fondamentale.
I Millenials, in particolare gli Xennials nati tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni’ 80, sono l’ultima generazione ad aver vissuto l’era dell’analogico. Una parte di loro e la giovanissima GenZ sono nati nell’era del mondo digitale. La loro mente, il loro approccio alla risoluzione dei problemi e dei conflitti è completamente diverso da quello dei Boomers e dei loro genitori Xer (Generazione X). Il loro cervello è abituato a stimoli continui, ragionano nell’immediato, nel tutto e subito. Sono cresciuti così, nel mondo digitale che proprio Boomers e Xer gli hanno proposto.
Se da una parte questo può significare la necessità di un maggiore approfondimento e riflessione verso il loro nuovo modo di lavorare e desiderare, da un’altra rappresenta anche un enorme vantaggio che le nuovissime generazioni possono portare per integrare nuovi e vecchi paradigmi. Parlare di Inclusion&Diversity è il primo passo da fare, mettere insieme le diverse menti e investire per formare tutti, anche e soprattutto i più senior, in questa direzione significherà sviluppare il vero vantaggio competitivo e culturale dell’azienda.
Fortunatamente il periodo, anche se complesso, è molto propizio e non ci sono mai state così tante potenzialità e leve come oggi da poter utilizzare per allenare le persone a mettere in campo la versione migliore di sé.
Tutto questo, corredato da un’analisi sociologica, antropologica e ambientale formidabile, è quello che le autrici di questo libro ci vogliono trasmettere perché appunto il valore non ha età, semplicemente si trasforma e matura in meglio grazie all’esperienza che lo rende più ricco e prezioso.
Il libro
Si comincia con la prefazione di Linda Serra, esperta di Diversity equity&inclusion, Ceo e co founder di World Wide Women. Serra introduce concetti importanti come quello di campagna “anti ageing” e ossessione per la giovinezza che hanno interessato soprattutto il ventennio passato. Fortunatamente in questi ultimi anni si è sradicato lo stereotipo che fa dei giovani l’unica o la principale risorsa su cui incentrare crescita e formazione nelle aziende e finalmente ha preso piede una cultura inclusiva che valorizza talenti, competenze ed esperienze al di sopra di ogni età anagrafica.
Si prosegue con l’Introduzione a cura delle autrici del libro dove si anticipano i principali temi affrontati, gli intenti e la struttura del libro. Le tre autrici contribuiscono ciascuna per la propria esperienza professionale e background formativo ad un libro completo e funzionale all’obiettivo.
Ilaria Marchioni: da una prospettiva formativa-aziendale; Gaia Moretti: da una prospettiva sociologica; Giulia Tossici: da una prospettiva psicologica e storico-culturale.
In questo modo ne risulta uno scritto ben articolato e bilanciato in tutti i sui principali scomparti e capitoli, con una perfetta sintonia tra analisi sociologica e gestione manageriale.
Una capacità da premiare, quella delle autrici, che arricchisce il lettore e lo stimola a riflettere prima che agire sulla scia di stereotipi e bias ormai troppo obsoleti e controproducenti.
A che cosa serve conoscere le differenze generazionali
Nel Capitolo 1 viene discusso a cosa servono le differenze generazionali e perché, proprio oggi, abbia senso affrontare la questione. Oggi più che mai infatti sono una parte importante e un accesso privilegiato alle tematiche di Diversity & Inclusion. Non solo è fondamentale interrogarsi sulle differenze tra contenuto e contenitore quando si parla di ageismo, ma una domanda che sorge spontanea quando parliamo di questi temi è “cosa succede a noi stessi quando ci sentiamo esclusi?”
Identikit delle generazioni in azienda
Nel Capitolo 2 viene tracciata l’identikit delle generazioni che si trovano, oggi, a lavorare insieme: chi sono i Baby Boomer, la Generazione X, i Millennial e la Gen Z, come e in che periodo sono cresciuti, cosa li appassiona, quali sono i loro valori e le loro aspettative nella vita e nel lavoro.
Quali sono le caratteristiche principali che accomunano, ma non stigmatizzano, i vari tentativi di categorizzazione? I Boomers e il valore dell’impegno, i GenX e la loro sete di autonomia, i Millenials che riscoprono il potere dei desideri, la GenZ e il loro pragmatismo. Sono tutti temi discussi e analizzati dalle autrici con un piacevole contorno di studi e analisi a corredo i cui riferimenti si trovano tutti in una bibliografia molto ricca e completa.
Stereotipi e bias sulle generazioni
Nel Capitolo 3 si affronta il grande tema degli stereotipi e dei bias che si legano più di frequente all’età, spesso ostacolando il dialogo e la comprensione intergenerazionale.
Si mettono a confronto due mondi quello dei cervelli “analogici” e quello dei cervelli “digitali”, come vivono nelle organizzazioni e quali le aspettative negli equilibri vita-lavoro.
Il ricambio generazionale in corso nella società e nelle organizzazioni: cosa è cambiato
Nel Capitolo 4 il tutto viene contestualizzato all’interno della società e del mondo delle organizzazioni, e le autrici si chiedono cosa renda il ricambio generazionale un elemento così dirompente oggi.
Tutto questo è guidato da quelli che sono i tre driver principali del cambiamento generazionale: tecnologia, economia e società.
Modelli intergenerazionali di employee-experience
Nel Capitolo 5 l’attenzione si concentra sul tema dell’employee experience e dei modelli di inclusione intergenerazionale che si possono adottare sul lavoro per rendere i processi HR più a misura di tutte le generazioni. Motivazione, membership interna, performance compensation, formazione e benessere organizzato sono tutti i modelli affrontati nel libro che affiancano la gestione come strumenti di miglioramento e innovazione.
Infine, nel Capitolo 6 tutto questo materiale viene tradotto in spunti e consigli pratici per aiutare manager e HR ad applicare la diversity generazionale in interventi concreti che motivino e aumentino l’engagement delle persone di qualsiasi età nei team e in azienda.
Un libro molto bello che consigliamo a tutti di leggere per sfatare alcuni miti e leggende, in cui noi stessi ci troviamo molto spesso coinvolti, e orientare il buon management nella nostra professione verso la valorizzazione delle persone e delle loro aspettative.
Sulle autrici
Giulia Tossici, psicologa e docente che opera da diversi anni nel campo della consulenza HR e della formazione, con un focus specifico sulla Diversity e l’Inclusion. Attualmente Vicepresidente del Consiglio Pari Opportunità di Regione Lombardia. Ha sviluppato format applicativi originali sul tema generazionale per le
organizzazioni.
Ilaria Marchioni, coach PCC, senior trainer ed ex dirigente bancaria, si occupa di sviluppo del potenziale umano, di valorizzazione del talento,
di divulgazione della cultura dell’apprezzamento e di progetti aziendali di Change Management e di Diversity&Inclusion. È autrice di due libri sullo sviluppo personale.
Gaia Moretti, sceneggiatrice e sociologa, socia fondatrice di Webreak production. Già docente di comunicazione interculturale, oggi scrive e produce cortometraggi, spot, documentari e lungometraggi, tutti ottimi materiali per la ricerca sociologica.
Rating Management Talks: 4,6 su 5
Recensione Management Talks a cura di: Silvia Donatello