di Daniel Di Martino

Collana Life Design: conoscersi, evolvere e realizzare i propri progetti di carriera.

Nella terza parte dell’articolo sul Life Design abbiamo visto i modelli di vari autori e quello del counseling italiano.

Adesso passiamo al concetto di Flow come stato psicologico e mentale per affrontare le sfide lavorative.

Sfidare le nostre capacità

Il “Flow”, che è un concetto chiave in psicologia positiva, è stato introdotto e sviluppato da Mihaly Csikszentmihalyi (1975), psicologo ungaro-americano che ha condotto numerosi studi sull’argomento, che lo ha concettualizzato come uno “stato psicologico soggettivo di massima positività e gratificazione, che può essere vissuto durante lo svolgimento di attività e che corrisponde alla completa immersione nel compito”.

A volte ci capita di essere talmente assorbiti da un’attività al punto che il resto del mondo sembra non esistere più e accade quando si deve affrontare un compito che sfida le nostre capacità, ma non le oltrepassa. Sia la sfida, sia le capacità personali sono allo stesso livello elevato (S=C); quando, invece, la sfida oltrepassa le capacità, si prova ansia (S>C); quando le capacità oltrepassano la sfida, solitamente si prova noia (S<C).

La totale armonia con quello che si sta facendo non solo porta al godimento puro, ma “offre la possibilità di accrescere le proprie capacità, mettendosi in gioco, testando e imparando nuove competenze, e la propria autostima” (Csikszentmihalyi & LeFevre 1989).

Le attività che conducono ad uno stato di flusso sono dette autoteliche (Csikszentmihalyi 2000), in quanto sono motivate intrinsecamente e piacevoli, sono un fine in sé e non un mezzo per ottenere qualcos’altro.

Le principali caratteristiche dello stato di flusso sono:

  • chiarezza degli obiettivi e feedback immediati sui progressi compiuti;
  • totale concentrazione su ciò che si sta facendo in quel momento;
  • fusione fra azioni e consapevolezza, ovvero la persona sembra svolgere l’azione senza alcuno sforzo, tanto che il flusso può essere inteso come soluzione a bassa energia di problemi ad alta energia;
  • venir meno della consapevolezza di sé, anche se dopo l’esperienza il senso di sé in realtà si arricchisce;
  • senso di controllo su ciò che si sta facendo, in quanto non sorge in noi la preoccupazione di fallire;
  • deformazione del tempo, ovvero la persona non si rende conto del tempo che passa;
  • attività intrinsecamente gratificante;
  • assenza quasi totale di emozioni durante l’esperienza, a causa del venir meno dell’autoconsapevolezza, ma aumento di emozioni positive dopo l’esperienza.

Il valore di reinventarsi

Nell’arco di vita, le attività che svolgiamo non sono quasi mai le stesse e spesso accade che i nostri interessi cambino, di conseguenza anche ciò che ci fa stare bene. Bisogna essere capaci di reinventarsi ogni volta e più volte, soprattutto perché il mondo, la vita, cambia ed evolve rapidamente, continuamente e senza avvisare.

Per questo motivo diventa essenziale essere in grado di saper riconoscere quali sono quelle attività che, facendole, provocano in noi un senso di piacere e di soddisfazione intrinseci, portandoci nello stato di Flow. Inoltre, l’esigenza non è più quella di apprendere in modo statico o comprendere per poi valutare e scegliere solo in un dato momento della propria vita, ma avere a disposizione un metodo efficace e degli strumenti validi da poter utilizzare in contesti e tempi diversi.

Per raggiungere questo, il percorso non deve fornire una consulenza fine a sé stessa, ma promuovere il cosiddetto processo di empowerment. Uno dei metodi più innovativi ed efficaci per realizzare tutto questo, è quello del Life Design che nasce e si sviluppa dall’approccio del Design Thinking.

Perché è così importante ricercare e praticare attività che ci fanno vivere lo stato del Flow?

L’importanza nelle organizzazioni

Il Flow è un concetto chiave anche per le aziende e le organizzazioni di successo, in quanto è direttamente collegato ai propri livelli di soddisfazione e, di conseguenza, produttività. Infatti, Mihaly Csikszentmihalyi nei suoi lavori ha dimostrato che gli individui in Flow sono molto più produttivi e creativi rispetto a quelli che non sono in Flow con un incremento della performance, della soddisfazione lavorativa e di conseguenza, una maggiore fedeltà all’azienda con riduzione del turnover. Per favorire il raggiungimento di questo stato positivo, le aziende possono intervenire in vari modi al fine di creare le condizioni ideali:

  • promuovendo l’autonomia e la responsabilità individuale
  • valorizzando le competenze e le diversità
  • agendo sull’ambiente, rendendolo più coinvolgente e con un clima disteso, ma anche permettendo alle persone di personalizzarlo
  • permettendo alle persone di lavorare in modo flessibile
  • riducendo i livelli di stress e ansia
  • fornendo obiettivi chiari e feedback immediati sui progressi compiuti

Ma, soprattutto, individuando quali sono le attività dalle quali i propri Collaboratori traggono una soddisfazione più elevata sia in termini di piacevolezza nello svolgimento del compito sia in termine di qualità dei risultati ottenuti. Un modo efficace per indagare questo aspetto potrebbe essere quello di misurare i gradi di engagement e di work-satisfaction utilizzando dei metodi di indagine quantitativi, come i questionari, o qualitativi, come interviste e focus group.

Raggiungere lo stato di Flow al lavoro può aumentare la concentrazione, la creatività e l’impegno, oltre a far sentire bene le persone e le aziende di cui fanno parte.

Bibliografia

(1) La Felicità è una Scienza e si può apprendere. Strategie positive per allenare e promuovere il benessere al lavoro e nella vita, Franco Angeli Editore  LEGGI LA NOSTRA RECENSIONE

Csikszentmihalyi, M., & Csikszentmihalyi, I. (1975). Beyond boredom and anxiety. San Francisco. CA, US: Jossey-Bass.

Csikszentmihalyi, M., & LeFevre, J. (1989). Optimal experience in work and leisure. Journal of personality and social psychology, 56(5), 815.

Csikszentmihalyi, M., & Seligman, M. (2000). Positive psychology. American Psychologist, 55(1), 5-14.

Daniel Di Martino

Psicologo del Benessere & delle Organizzazioni, specializzato in Psicologia Positiva, Empowerment e Tecnologie Positive. Laureato Magistrale con lode presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, presso cui ha ricoperto il ruolo di rappresentante degli studenti per la facoltà di psicologia e di vice presidente di associazione studentesca, per sviluppare la comunità universitaria e promuovere l’aggregazione. Psicologo e Consulente per le organizzazioni e le risorse umane presso Eu-tròpia SB, dove progetta e conduce corsi di formazione, assessment, development center e focus group. Specializzato su temi di Diversity & Inclusion, orientamento e sviluppo di carriera, ricerca e analisi quanti-qualitativa. Segue altri progetti esterni in parallelo di selezione del personale e di progettista di percorsi di potenziamento. Coach certificato all’uso della metodologia Happy Coaching ®.
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