Troppe ore in ufficio sono alienanti, esci la sera dall’ufficio e non fai in tempo a prendere una boccata d’aria e ti ritrovi di nuovo in macchina, la mattina successiva, per una nuova giornata di lavoro, con la sensazione di non aver staccato mai, di lavorare a ciclo continuo. Quante volte ci siamo sentiti così? Eppure siamo stati a prendere l’aperitivo con gli amici, fatto la spesa al centro commerciale e forse siamo riusciti anche ad andare in palestra (magari a pausa pranzo). Eppure quella sensazione di non staccare mai non ci abbandona. L’aperitivo con gli amici o la cena in famiglia non sono molto diversi dalla pausa caffè due chiacchiere veloci con il collega.
Nel bilanciamento vita personale e vita lavorativa la vita lavorativa ha spesso il sopravvento trasformando il tempo dedicato alla famiglia, ai propri hobby, etc.., in una pausa dal lavoro.
Il Covid ci ha poi messo di fronte ad una nuova “opportunità”: lavorare a casa. Così distinguere tra tempo da dedicare alle attività “professionali” e quello da dedicare alle attività “personali” diventa ancora più difficile e il mood lavorativo ancora una volta prende il sopravvento.
Sento colleghi che lavorano a casa e si lamentano di “non riuscire a staccare la spina”, lavorano quindici ore al giorno ossessionati dalla mail e dallo stare connessi. Con lo smartworking, sebbene decantato per anni come uno strumento per un buon bilanciamento vita-lavoro, forse sta andando anche peggio.
Allora cosa non funziona nel nostro bilanciamento tra vita e lavoro?
Abbiamo mille impegni (lavorativi e non), mille interruzioni, mille imprevisti e della lista di cose da fare che ci siamo scritti per bene al mattino facciamo ben poco, soprattutto non abbiamo fatto le cose “realmente” importanti, abbiamo cominciato molte cose e finito poche. Non abbiamo analizzato in sostanza le priorità, le “nostre” priorità. Facile a dirsi! ma quando parliamo di priorità vai a capire quali sono le vere priorità e poi priorità per chi??? Trovare le proprie priorità personali e professionali non è neanche un esercizio facile… e già priorità professionali e priorità personali un gran bel dilemma. Certo dovrebbero anche andare d’accordo queste priorità, sempre che siamo in grado di distinguerle, sempre che poi serva davvero distinguerle. Perché questa storia delle priorità ha molto a che fare con i nostri valori, con i nostri desideri, con i nostri obiettivi personali e professionali con la fase della vita che stiamo attraversando.
Ed è in questa distinzione o non distinzione che risiede la soluzione del nostro personale bilanciamento vita lavoro.
Spendiamo energia perché non è chiaro (a noi) il risultato che vogliamo ottenere, lo stato lavorativo, personale, familiare che vogliamo raggiungere. E in questa poca chiarezza facciamo le cose che sul momento ci sembrano migliori, migliori a breve si, ma forse non migliori nel medio/lungo termine.
Chiarirsi l’obiettivo da raggiungere aiuta a non sprecare tempo in attività che non sono funzionali al risultato. Così riusciamo a lavorare solo per quello che è realmente utile. Faccio solo quello che serve a me: ok serve all’azienda, ma serve anche a me che porto il risultato all’azienda, cioè serve a me se serve all’azienda… altrimenti non mi serve a nulla.
Scegliere cosa è utile è essenziale altrimenti passiamo la giornata a pensare che dovremmo andare a correre senza andarci, che vorremmo comprarci un vestito senza avere i soldi, che vorremmo imparare a fare foto stupende senza cercare per un buon corso di fotografia. Le intenzioni che girano a vuoto fanno sprecare tanta energia.
Il bilanciamento va male quando sprechiamo energia in attività inutili. E allora occorre distinguere tra ciò che è utile e ciò che non è utile per me. Occorre investire un buon tempo in ciò che è utile dove con la parola “buono” intendo tempo speso focalizzati sull’attività, presenti su quella attività e con l’obiettivo ben visualizzato.
L’altra cosa è che il multitasking (soprattutto quello al femminile, faccio mille cose insieme) magari funziona, ma funziona male, perché ci fa esaurire troppa energia e troppo in fretta, le mille cose fatte insieme magari sono anche fatte bene, lo dico da donna, ma a discapito del bilanciamento: la parte work prende il sopravvento e la parte life assume il mood della parte work. Così non funziona!
Ci accorgiamo che facciamo veramente poche cose, dico poche cose utili, fatte bene e con un risultato. Spendiamo invece energia in attività inutili, le grandi opere incompiute della nostra vita!!!, obiettivi non necessari al nostro benessere personale e professionale.
In questo modo il benessere determinato da un buon bilanciamento work-vs-life è indipendente dalle ore passate in ufficio, dalle ore in smartworking, dalle ore passate a correre o a coccolare il proprio bimbo. Avremo fatto quello che serve a noi! Per stare bene!
Dovremmo provare quindi a unire piuttosto che a dividere. Separare nettamente il tempo da dedicare al lavoro e quello da dedicare al resto serve veramente? E poi cos’è il resto? Tante volte tra il lavoro (quello remunerato a fine mese) e la nostra vita (affetti, tempo libero, hobbies) c’è un mondo ibrido fatto delle cose a cui siamo interessati solo perché ci piacciano, e più ci piace il nostro lavoro più avremo attività ibride con ricadute sul lavoro e sulla nostra vita privata. Allora proviamo ad unire piuttosto che a dividere, proviamo ad avere una vita lavorativa sostenibile e che ci piace, in cui riusciamo a mescolare bene le nostre attività ibride e una vita extralavorativa che ci dia soddisfazione e non ci faccia sentire dentro un vortice di cosa da fare come fossero tutti impegni di lavoro.
Suggerimento per la lettura: Lucio Anneo Seneca – De brevitate vitae
Articolo di Venera Monaco
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