Quando le idee dei dipendenti stimolano l’innovazione ed il benessere aziendale migliorando la competitività dell’impresa

di Gianni Clocchiatti

“Quando esco da questi incontri mi sento ricaricato e rigenerato, ci hanno insegnato a liberare la nostra creatività, riusciamo a vedere in maniera diversa le cose che facciamo tutti i giorni, senza pregiudizi, ognuno di noi può essere portatore di soluzioni, non solo di problemi”. Queste le parole di un operaio raccolte in una riunione aziendale. “Si, perché vorremmo essere un valore, non un numero, l’azienda deve credere in noi e noi dobbiamo essere parte attiva di tutti i progetti”, aggiunge un collega.

Sono solo alcuni tra i molti interventi raccolti durante i feedback finali di un percorso di Innovazione diffusa che ha coinvolto i dipendenti di una grande impresa del centro Italia dove per alcuni anni sono stati protagonisti di un sistema continuo di raccolta di idee e di proposte per migliorare i processi organizzativi e produttivi, ideare nuovi prodotti, rendere migliore il luogo di lavoro, aumentare il senso di appartenenza. Queste parole risuonano ancora oggi potenti e cariche di emozione, a maggior ragione di fronte ai dati del Report Gallup 2024 (1) dove si desume che il coinvolgimento globale dei dipendenti nel 2023 è rimasto stagnante e il benessere generale dei dipendenti è diminuito. In Italia solo l’8% dei dipendenti si sente coinvolto nel proprio lavoro, il 46% sostiene di sentirsi stressato e il 25% di sentirsi triste o amareggiato. Il risultato è che il 41% sta cercando un nuovo lavoro.

Il dibattito sulla partecipazione dei dipendenti alla vita aziendale ha origini lontane. In Italia, negli anni ’50 del ‘900, vide la luce uno di primi veri sistemi di welfare aziendale dove la “felicità dei dipendenti” era uno degli obiettivi desiderati: “Cos’è questa fabbrica comunitaria? È un luogo dove c’è giustizia e domina il progresso, dove si fa luce la bellezza e l’amore, la carità e la tolleranza sono nomi e voci non prive di senso”. Parliamo ovviamente delle industrie Olivetti. Seguirono nel tempo diverse esperienze di cogestione fino al più recente welfare aziendale, focalizzate spesso più su benefit economici e vantaggi fiscali che su un reale coinvolgimento dei dipendenti.

Esiste una differenza tra partecipazione e coinvolgimento dei lavoratori. La partecipazione comporta un obiettivo comune dove il dipendente può portare proposte di miglioramento. Le scelte restano tuttavia in capo al manager, libero di accogliere o meno le proposte del suo team. Il coinvolgimento invece comporta una adesione “personale” del dipendente ad un progetto laddove si sente implicato direttamente, incluso nel processo decisionale, assumendosi volentieri la responsabilità del risultato.

Engagement a tutto tondo

L’Innovazione diffusa coinvolge invece tutta l’azienda, in ogni suo livello, e richiede l’adesione spontanea dei dipendenti al di là delle competenze e dei ruoli. La partecipazione attiva, infatti, è l’elemento fondamentale e influisce sul benessere dei lavoratori, oltre a migliorare le opportunità di autosviluppo e la soddisfazione per il proprio lavoro. La sfida di un sistema di Innovazione diffusa, che è articolato in più fasi che si sviluppano con continuità nel tempo, è quella di proporre e organizzare nuovi stili di gestione affinché le persone siano più motivate e soddisfatte e, perché no, anche più felici, una volta che si sentono parte attiva di un processo di cambiamento. Questo sistema crea un senso di appartenenza più forte perché i lavoratori sono più consapevoli e corresponsabili dell’andamento aziendale, oltre al miglioramento dei processi aziendali e alla riduzione degli sprechi. Prevede inoltre una formazione iniziale per le persone che vi partecipano. Il presupposto indispensabile è ovviamente il forte commitment della Direzione e il coinvolgimento del management.

Trasparenza e tracciabilità

L’Innovazione diffusa è cosa ben diversa dalla tipica cassetta delle idee o dei suggerimenti, dove vengono inseriti i biglietti con le idee dei dipendenti che verranno poi valutate dalla Direzione che deciderà se e quali realizzare: di solito non se sa più nulla. Cosa accade una volta inserito il biglietto con il suggerimento? Chi svuoterà la cassetta per vedere cosa c’è dentro? Chi valuterà le idee raccolte? Con quali criteri? Cosa accadrà alla nostra idea? Se non verrà realizzata sapremo mai il perché? Sono queste le domande, spesso senza risposta, che hanno contribuito al fallimento della cassetta delle idee, abbinate al fatto che i suggerimenti restano anonimi perché potrebbero creare problemi a chi li ha scritti.

Il Sistema di Innovazione diffusa elimina tali dubbi poiché è trasparente in tutte le sue fasi.

Consente ai dipendenti di proporre le loro idee sapendo sempre dove rintracciarle (tracking delle idee), senza il timore di essere giudicati (i criteri di valutazione sono chiari e condivisi sin dall’inizio). Stimola inoltre la partecipazione e la competizione (le idee migliori saranno premiate) ed elimina il rischio che le idee vengano “scippate” (sono nominative). Ciò che caratterizza il processo di Innovazione diffusa è sostanzialmente l’utilizzo di un metodo strutturato, di una adeguata formazione dei dipendenti e, non ultimo, di un forte commitment da parte dell’azienda.

Nelle esperienze (2) realizzate in questi ultimi anni con alcune imprese abbiamo toccato con mano i benefici e i risultati economici ottenuti, valutati in qualche milione di euro, applicando questa metodologia sia in termini di risparmi conseguiti, eliminando e riducendo gli sprechi, che di ricavi realizzati con nuovi prodotti.

 

Bibliografia e linkografia

(1)

www.gallup.com/workplace/349484/state-of-the-global-workplace.aspx

(2)

G. Clocchiatti, Fare innovazione diffusa Franco Angeli, Milano, 2019

Come si diventa formatori, di Gianni Clocchiatti. Franco Angeli, Milano. LEGGI LA NOSTRA RECENSIONE

 

Gianni Clocchiatti

Consulente HR per l’innovazione e la creatività d’impresa, formatore, coach e scrittore. Fondatore di Eticrea e di FronteVerso, docente in Master universitari e presso Unicornucopia. Negli ultimi anni ho sperimentato in molte aziende un Sistema per la diffusione dell’innovazione e la costruzione di team creativi utilizzando strumenti come il Foursight© ed il Creative Solution Finding©, per la generazione di idee che coniugano creatività, sistemica e neurolinguistica. I miei interlocutori sono imprenditori, manager e persone che desiderano affrontare sfide complesse, confrontandosi con un mercato sempre in evoluzione, per identificare nuove opportunità e far crescere i loro talenti. Molte di queste esperienze sono state raccolte e pubblicate in svariati libri dati alle stampe da Franco Angeli, Melampo e Giuffrè editore.

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