di Matteo Lucchetta

Assertività e cooperazione

Al giorno d’oggi il conflict management, o gestione dei conflitti, è una componente essenziale del project management. Gli studi dimostrano che l’80% dei CIO e IT manager di aziende (Fortune 500) ritiene che la resistenza e i conflitti siano le principali cause di fallimento dei progetti tecnologici (Gartner, 2002). Secondo il Project Management Institute (PMI), il 37% dei progetti fallisce a causa di una scarsa comunicazione e gestione dei conflitti (PMI, 2021). Inoltre, un’indagine di KPMG del 2020 ha rilevato che il 56% dei project manager ritiene che la gestione dei conflitti sia una delle competenze più critiche per il successo del progetto. La gestione efficace dei conflitti può quindi ridurre significativamente il rischio di fallimento del progetto. Gli studi dimostrano che i progetti con una gestione proattiva dei conflitti hanno una probabilità di successo superiore del 32% rispetto a quelli con una gestione dei conflitti inadeguata (PwC, 2022).

La gestione dei conflitti può avvenire attraverso diverse strategie, la cui scelta dipende dalla natura del contrasto, dalle persone coinvolte e dagli obiettivi del progetto; tra queste, la matrice di Thomas-Kilmann, sviluppata negli anni ’70 da Kenneth Thomas e Ralph Kilmann, individua cinque modalità principali—competizione, collaborazione, compromesso, evitamento e accomodamento—che si collocano lungo due dimensioni fondamentali: assertività e cooperazione.

Vediamo in dettaglio come utilizzare questa matrice, individuando cinque possibili soluzioni di conflitto.

  • Competizione (alta assertività, bassa cooperazione):
    • si cerca di soddisfare i propri interessi a scapito degli altri;
    • viene utilizzata in situazioni di emergenza o quando sono necessarie decisioni rapide e impopolari.
  • Collaborazione (alta assertività, alta cooperazione):
    • si lavora con l’altra parte per trovare una soluzione che soddisfi pienamente entrambe le parti;
    • viene utilizzata quando la qualità della soluzione è cruciale e si desidera integrare diverse prospettive.
  • Compromesso (moderata assertività, moderata cooperazione):
    • si cerca una soluzione accettabile per entrambe le parti, che soddisfi parzialmente entrambe;
    • viene utilizzata quando gli obiettivi sono importanti ma non valgono lo sforzo di approcci più assertivi.
  • Evitamento (bassa assertività, bassa cooperazione):
    • si ignora il conflitto o si rimanda la sua risoluzione;
    • viene utilizzata quando il problema è triviale o quando i rischi di affrontare il conflitto superano i benefici.
  • Accomodamento (bassa assertività, alta cooperazione):
    • sì soddisfano gli interessi degli altri a scapito dei propri;
    • viene utilizzata quando l’armonia è più importante della vittoria o quando si riconosce che l’altra parte ha una posizione migliore.

Nella pratica, una soluzione per ogni situazione 

Vediamo insieme un’applicazione pratica per ogni modalità della matrice Thomas-Kilmann.

Supponiamo che stiamo gestendo un progetto che include lo sviluppo di un nuovo software gestionale per un’azienda e come project manager ci ritroviamo di fronte a queste 5 situazioni.

Quali saranno le modalità più efficaci e adatte da utilizzare per ogni situazione?

Caso 1: competizione

  • Situazione: durante una fase critica del progetto, il project manager deve decidere rapidamente su quale funzionalità concentrarsi per rispettare la scadenza.
  • Soluzione: non c’è tempo per un consenso, quindi il project manager decide unilateralmente di assegnare tutte le risorse alla funzionalità più importante, imponendo la sua decisione per garantire il successo del progetto.

Caso 2: collaborazione

  • Situazione: il team di progetto deve affrontare un problema complesso relativo all’integrazione del software con un sistema esistente.
  • Soluzione: il project manager organizza un workshop collaborativo in cui tutti i membri del team, inclusi sviluppatori, tester e analisti, lavorano insieme per trovare una soluzione che soddisfi le esigenze di tutti, promuovendo un ambiente di cooperazione e innovazione.

Caso 3: compromesso

  • Situazione: il team di sviluppo e il team di marketing hanno bisogno di utilizzare la stessa risorsa chiave (un designer) nello stesso periodo.
  • Soluzione: dopo una discussione, entrambi i team accettano di condividere la risorsa, ciascuno rinunciando a parte del tempo di utilizzo previsto, per trovare una soluzione che sia accettabile per entrambi.

Caso 4: evitamento

  • Situazione: due sviluppatori hanno un disaccordo su quale metodo di codifica utilizzare per una funzione secondaria del software.
  • Soluzione: il project manager decide di non intervenire immediatamente, lasciando che i membri del team risolvano la questione da soli, poiché il conflitto non influisce significativamente sul progresso del progetto.

Caso 5: accomodamento

  • Situazione: durante una riunione di progetto, un membro del team propone di utilizzare un framework di sviluppo con cui è più familiare, anche se non è il più adatto al progetto.
  • Soluzione: per mantenere l’armonia e il morale del team, il project manager decide di accettare la proposta, anche se non è la scelta ottimale.

Conclusioni

Comprendere e applicare la matrice di Thomas-Kilmann può aiutare i project manager a scegliere la strategia di gestione dei conflitti più appropriata per ogni situazione, migliorando così la dinamica del team e il successo del progetto.

Inoltre, una gestione proattiva dei conflitti può trasformare potenziali ostacoli in opportunità di crescita, migliorando la coesione del team e promuovendo un ambiente di lavoro positivo.

Quindi i project manager che padroneggiano l’arte della gestione dei conflitti sono in grado di guidare i loro team attraverso le sfide con maggiore sicurezza e competenza, creando un clima di fiducia e collaborazione che favorisce l’innovazione e il successo a lungo termine.

Come ha detto Thomas Crum: “la qualità delle nostre vite dipende non dal fatto che abbiamo conflitti, ma da come rispondiamo ad essi.”

 

Dello stesso autore

STANDARD DI PROJECT MANAGEMENT. Manuale di preparazione per l’esame CAPM del PMI,LEGGI LA NOSTRA RECENSIONE

 

Matteo Lucchetta

è un esperto di Project Management con una solida formazione in Economia Aziendale e Management. Certificato CAPM, SMC e ISIPM Base, ha maturato una significativa esperienza nel guidare progetti di successo in diversi settori. In qualità di docente e consulente presso ELIS, trasmette la sua passione per il project management, aiutando i professionisti a sviluppare competenze pratiche e a ottenere le certificazioni internazionali più riconosciute. Matteo è anche il revisore del libro “Standard di Project Management: Manuale di Preparazione per l’esame CAPM del PMI”. Oltre alla sua attività professionale, è un appassionato di musica e sport, e contribuisce attivamente alla diffusione delle best practice nel project management attraverso la scrittura di articoli.

Link al mio profilo linkedin