di Venera Monaco

L’11 febbraio di ogni anno si celebra la giornata internazionale delle donne e delle ragazze nelle discipline STEM (Scienze, Tecnologia, Ingegneria e Matematica). Questa giornata non solo riconosce i molti contributi delle donne nel campo scientifico, ma offre anche un’importante occasione per riflettere sui progressi e sulle sfide che queste professioniste ancora affrontano. Negli ultimi venti anni, il panorama delle STEM ha visto un incremento significativo della partecipazione femminile, facendo registrare miglioramenti notevoli nei diritti e nelle opportunità, ma il divario di genere continua a persistere, richiedendo un’analisi approfondita e azioni strategiche mirate.

Trend storico della partecipazione femminile nelle discipline STEM
Secondo i dati dell’ISTAT, negli ultimi due decenni si è assistito a un incremento costante della partecipazione delle donne nelle discipline STEM. Nel 2000, la percentuale di donne iscritte a corsi universitari STEM in Italia era solo del 22%. Nel 2024, questa cifra è salita al 33,6%, come riportato in un recente studio. Questo miglioramento è stato alimentato da politiche educative più inclusive e da campagne di sensibilizzazione volte a incoraggiare le ragazze a intraprendere carriere in ambito scientifico e tecnologico. Tuttavia, nonostante questi progressi, le donne rappresentano ancora solo il 30% della forza lavoro nelle professioni STEM e tendono a occuparsi di ruoli meno ambiti rispetto ai colleghi maschi, soprattutto nei settori dell’ingegneria e della tecnologia dell’informazione.

Il gender gap nelle discipline STEM: definizione e aspetti chiave
Il divario di genere nelle discipline STEM non è solo un fenomeno quantitativo ma anche qualitativo. Esso si manifesta in vari aspetti: 

  1. Rappresentanza nei corsi di studio e nelle professioni: Le statistiche mostrano che, sebbene sempre più donne scelgano di iscriversi a corsi di laurea STEM, persistono disparità nella loro partecipazione a master e dottorati che preparano a ruoli di leadership. La percentuale di donne in tali corsi resta bassa rispetto agli uomini. 
  2. Disparità salariale: Anche quando le donne ricoprono posizioni simili agli uomini, gli studi evidenziano che guadagnano mediamente il 20% in meno rispetto ai loro colleghi, un aspetto particolarmente marcato nelle professioni tecniche.
  3. Accesso a ruoli di leadership: Le donne occupano raramente posizioni dirigenziali nelle aziende tecnologiche e scientifiche. Solo il 15% delle posizioni di alta dirigenza è ricoperto da donne, un fenomeno noto come “soffitto di cristallo”.

Le Nazioni Unite hanno fissato l’obiettivo di colmare il gap di genere nelle STEM entro il 2030, promuovendo l’istruzione, il lavoro dignitoso e l’uguaglianza di genere. Questo richiede misure specifiche, come politiche di mentoring e programmi di sostegno per le donne, al fine di abbattere le barriere culturali e attuare cambiamenti tangibili.

Quando sarà realmente colmato il divario di genere nelle discipline STEM? Le proiezioni attuali suggeriscono che, se le tendenze di crescita continueranno, potremmo vedere una riduzione significativa del divario entro il 2030. Tuttavia, questo richiede un impegno costante da parte di governi, istituzioni educative e aziende.

Quali sono i gap specifici su cui bisogna agire con priorità?:

  • Supporto allo sviluppo professionale: fornire accesso a programmi di mentorship e networking per donne in ambito STEM è cruciale.
  • Sensibilizzazione: educare le giovani studentesse sulle opportunità nelle STEM e sulla loro importanza, sfatando stereotipi di genere.
  • Politiche di conciliazione vita-lavoro: Le aziende devono adottare politiche che consentano una migliore integrazione tra vita personale e professionale, come lo smart working e la flessibilità lavorativa.

Il Ruolo degli uomini per colmare il  gap
Per affrontare efficacemente il divario di genere, è fondamentale il contributo maschile. Gli uomini devono essere parte della soluzione, supportando l’inclusione e promuovendo una cultura di rispetto e valorizzazione delle competenze femminili. Sensibilizzare i colleghi maschi sulla rilevanza delle diversità di genere può creare un ambiente di lavoro più equo e innovativo.

Una delle aree chiave in cui gli uomini possono contribuire è la condivisione delle responsabilità familiari.

Dati sull’uso del congedo parentale in Italia negli ultimi 10 anni

Negli ultimi anni, l’Italia ha registrato un incremento nell’utilizzo dei congedi parentali da parte dei padri, sebbene la partecipazione maschile rimanga inferiore rispetto a quella femminile. Secondo l’Osservatorio Statistico dell’INPS, nel 2019 i padri che hanno usufruito del congedo parentale erano 68.521, mentre le madri erano 261.276. Nel 2023, i padri beneficiari sono aumentati a 96.586, con un incremento del 41% rispetto al 2019, mentre le madri sono state 264.184, con un aumento dell’1% nello stesso periodo (fonte inps.it)

Nonostante questo trend positivo, la differenza tra uomini e donne nell’utilizzo del congedo parentale è ancora significativa. Nel 2023, gli uomini rappresentavano circa il 27% dei beneficiari totali del congedo parentale tra i dipendenti del settore privato. Inoltre, il numero medio di giornate fruite dalle donne è più del doppio di quello degli uomini (55 giorni per le donne contro 23 per gli uomini) (fonte inps.it)

Nonostante il quadro normativo promuova l’uguaglianza, nella pratica quotidiana la distribuzione delle responsabilità familiari rimane spesso sbilanciata, con le donne che assumono una quota maggiore delle mansioni domestiche e di cura. Promuovere una maggiore partecipazione degli uomini nella sfera familiare è essenziale per raggiungere una reale parità di genere.

Confronto con altri paesi
Quando si confronta l’Italia con altri paesi europei come Francia, Germania e Spagna, emerge che, sebbene l’Italia stia avanzando, è ancora indietro rispetto a questi paesi per quanto riguarda la partecipazione femminile nelle STEM. Globalmente, rispetto agli Stati Uniti e ai paesi asiatici, l’Italia deve intensificare gli sforzi per migliorare la situazione, creando politiche più efficaci per l’inclusione delle donne nei settori di alta tecnologia e ricerca.

Parità di genere in Europa

Secondo l’Indice sull’Uguaglianza di Genere 2023 elaborato dall’Istituto Europeo per l’Uguaglianza di Genere (EIGE), l’Unione Europea ha raggiunto un punteggio medio di 70,2 su 100, evidenziando progressi nella parità di genere. I paesi nordici, come Svezia, Norvegia, Finlandia e Islanda, si distinguono per i punteggi più elevati, con la Svezia al primo posto con 82,2 punti. Al contrario, le nazioni dell’Europa orientale e meridionale registrano punteggi inferiori, indicando maggiori disparità di genere.  

Posizione dell’Italia

L’Italia si colloca al 14º posto tra i paesi dell’UE, con un punteggio di 69,2 su 100 nell’Indice sull’Uguaglianza di Genere 2024. Nonostante un miglioramento di 16 punti rispetto al 2013, l’Italia ha perso una posizione rispetto all’anno precedente, superata da Malta. I settori in cui l’Italia mostra i punteggi più alti sono “Salute” (89,3) e “Denaro” (80,6), mentre il dominio “Conoscenza” registra il livello più basso di parità di genere (61,0).  

Nel Global Gender Gap Report 2024 del World Economic Forum, l’Italia si posiziona all’87º posto su 146 paesi, con un punteggio di 0,703 su 1, evidenziando un rallentamento nella riduzione del divario di genere. A livello europeo, l’Italia è al 37º posto su 40, precedendo solo Ungheria, Repubblica Ceca e Turchia.  

Parità di genere nel mondo

A livello globale, nessun paese ha ancora raggiunto la piena parità di genere. Secondo il Global Gender Gap Report 2024, si stima che, al ritmo attuale, saranno necessari 134 anni per colmare completamente il divario di genere. Le regioni europee e nordamericane mostrano i progressi più significativi, con l’Europa che ha superato il Nord America, raggiungendo un indice di parità di genere del 76,3% rispetto al 75% del Nord America. Un terzo dei paesi europei rientra tra i primi 20 in classifica, e più della metà ha colmato almeno il 75% dei divari di genere.  Nonostante i progressi, persistono significative disparità di genere in molte regioni del mondo, sottolineando la necessità di un impegno continuo per promuovere l’uguaglianza di genere a livello globale.

 

Conclusioni

In conclusione, la parità di genere nelle discipline STEM non è soltanto una questione di giustizia sociale, ma rappresenta anche un elemento cruciale per favorire l’innovazione e il progresso sostenibile. Le donne, grazie alla loro partecipazione e prospettiva unica, arricchiscono il panorama scientifico e tecnologico, contribuendo a soluzioni più creative e inclusive per le sfide globali. Nonostante gli importanti progressi registrati negli ultimi decenni, come l’aumento della presenza femminile nei corsi di studio STEM e il graduale abbattimento di alcune barriere culturali, il divario di genere resta una realtà tangibile, sia in termini di numeri sia di qualità delle opportunità offerte. Le disparità salariali, la mancanza di rappresentanza nei ruoli dirigenziali e le difficoltà di conciliazione tra vita professionale e personale continuano a limitare il pieno potenziale delle donne in questo settore.

Per affrontare queste sfide, è necessario un impegno coordinato e a lungo termine. I governi devono investire in politiche educative più inclusive, con programmi che sensibilizzino fin dall’infanzia sull’importanza delle STEM e sul superamento degli stereotipi di genere. Le aziende devono promuovere ambienti di lavoro equi, offrendo flessibilità, mentorship e opportunità di crescita professionale mirate. Al contempo, è fondamentale il coinvolgimento attivo degli uomini, non solo per sostenere una cultura di rispetto e valorizzazione delle competenze femminili, ma anche per condividere equamente le responsabilità familiari, abbattendo definitivamente lo squilibrio che ancora grava sulle donne.

Investire nell’inclusione di genere significa non solo garantire diritti fondamentali, ma anche costruire una società più giusta, innovativa e competitiva. Solo attraverso azioni concrete e mirate, affiancate da un cambiamento culturale profondo, sarà possibile creare un futuro in cui ogni individuo, indipendentemente dal genere, possa esprimere appieno il proprio talento e contribuire a un progresso collettivo. Un mondo STEM realmente inclusivo non è solo un obiettivo, ma una responsabilità condivisa che richiede il contributo di tutti per diventare realtà.

Bibliografia e Risorse 

Bibliografia

Venera Monaco

Fondatrice di Management Talks

Ingegnere elettronico laureata presso l’Università degli Studi di Palermo, Venera Monaco ricopre il ruolo di Auditor per le discipline di Project Management e Supply Chain in Thales Alenia Space. Con una consolidata esperienza nella gestione di programmi complessi nei settori difesa e spazio, ha operato in diverse divisioni del gruppo Thales (radio, reti e satelliti). Membro del PMI® dal 2012, ha ricoperto ruoli direttivi nel PMI® Central Italy Chapter, tra cui Direttore dei Volontari (2019-2020) e Direttore del Branch Abruzzo (2016-2018). È docente di Project Management presso Thales Learning & Culture, Master Universitari e corsi di formazione accademica. Certificata PMP®, IPMA Level B® e UNI 11648, ha conseguito un Master in Europrogettazione ed è co-autrice del volume “Project management e progetti europei, sinergie, buone pratiche, esperienze” edito da FrancoAngeli.

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