di Marco Cangiano

AI in più del 75% delle aziende entro il 2027! 

Stiamo vivendo un periodo di rivoluzione e progresso, l’intelligenza artificiale sta fortemente impattando anche il Project Management e le sue figure chiave; secondo il “World economic forum”, entro il 2027 più del 75% delle compagnie mondiali, adotterà l’uso della AI nella quotidianità aziendale.

Facile capire che occorre farsi trovare pronti e smettere di vedere l’AI come un “mostro”.

Per familiarizzare con questo argomento, pur sempre trattando con facilità d’uso e comprensione, è doveroso iniziare con alcuni chiarimenti terminologici, per “Intelligenza Artificiale” si intende la capacità di simulare comportamenti umani attraverso l’apprendimento e l’applicazione, in modo da svolgere ed imparare dalle attività eseguite per adattarsi a nuove situazioni. Per “Generative Artificial Intelligence” o “GenAI”, (ChatGpt, CoPilot, Gemini…) si intende un tipo di intelligenza artificiale focalizzata nella comprensione e produzione di nuovi dati (immagini, video, musica…); e ciò può farlo grazie al suo “Large Language Model” o “LLM”, ovvero l’addestramento specifico che ha “subìto” per apprendere modelli comportamentali attraverso enormi quantità di dati specifici, forniti da un operatore umano, per imparare così a produrre nuovi contenuti, che imiteranno lo stile e la struttura della risposta umana.

Possiamo quindi intuire che, un vantaggio considerevole delle aziende più lungimiranti, è quello che da diverso tempo già archiviavano documenti di progetto in maniera digitale; questo farà la differenza nell’insegnamento della GenAI che utilizzeranno; che potrà così più facilmente analizzare, prevedere e gestire progetti secondo quanto fatto in passato. Infatti, senza “big data”, consistenti e verificati, una GenAI è utile al pari di un indovino.

Come conversare con una GenAI

Prima di iniziare a capire come conversare con una GenAI, è utile tenere a mente che il loro uso ci espone anche a dei rischi da cui tenerci in guardia mentre ci apprestiamo ad utilizzarla, i maggiori:

Informazioni erronee o fuorvianti delle risposte che ci fornisce (tutto dipende da cosa le abbiamo “insegnato”)

Bias e discriminazione dovuta ai dati che le sono stati dati in “pasto” per apprendere i modelli di ragionamento

Mancanza di creatività nella risoluzione dei problemi

Dipendenza tecnologica e perdita di pensiero critico degli utilizzatori (come non saper più fare i conti senza una calcolatrice)

A questo punto siamo pronti a conoscere le buone maniere per essere dei “bravi conversatori” affinché le risposte che riceveremo dalla GenAI siano quanto più efficaci al nostro utilizzo (Prompt Engineering). Definiamo allora il concetto di “Prompt”, ovvero l’input testuale per dare le istruzioni a una GenAI per ottenere una risposta o un comportamento specifico: spesso la richiesta che scriviamo e poniamo.

Alcuni elementi chiave che i Prompt dovrebbero sempre contenere sono:

Ruolo: quale prospettiva, figura professionale o punto di vista, dovrebbe assumere l’AI per fornire la risposta

Specificità e dettagli: più ne diamo e più sarà attinente e veritiero il responso

Struttura della risposta: se di ritorno desideriamo un semplice testo o dati intabellati secondo criteri particolari

Esempio: se chiediamo ad una GenAI uno slogan da utilizzare per una campagna marketing, potremmo fornire una frase d’esempio di vecchi spot per indirizzare al meglio sul risultato desiderato

Le formule più usate

Le 2 formule più utilizzate per comporre un Prompt efficace sono:

Formula RTF (Role,Task,Format), caratterizzata dalla seguente struttura:

Role – chiarire il ruolo impersonato dall’AI per dare la risposta alle domande

Task – definire l’attività che dovrà svolgere l’AI

Format – chiarire la struttura preferita che dovrà utilizzare l’AI per fornire l’output

Ecco un esempio:

(R) Sei un project manager specializzato in ristrutturazioni e direzione lavori;

(T) Il tuo compito è identificare i potenziali rischi in questo progetto di ristrutturazione, finalizzato a trasformare un’ala della struttura X in un ripostiglio, considerando ritardi di costruzione, superamenti del budget;

(F) Crea un registro con i potenziali rischi del progetto in formato tabellare.

Formula C.R.E.A.T.E, caratterizzata dalla seguente struttura:

Character – definire il ruolo che deve impersonare la GenAI per fornire la risposta

Request – articolare la nostra richiesta

Example/Explanation – fornire un esempio per indirizzare al meglio la risposta, o uno schema da seguire.

Adjustment & Constraints – fornire vincoli e requisiti che deve rispettare la risposta

Types of output – chiarire il formato di output atteso

Evaluation & extras – definire un metodo per aiutare la GenAI a capire meglio il contesto, ad esempio dando la possibilità di porci delle domande per recepire eventuali informazioni aggiuntive che possano aiutarla a discriminare meglio l’output più efficace, prima di fornire la risposta.

Ecco un esempio:

(C) Sei una Party planner specializzata in feste per bambini;

(R) Identifica potenziali rischi nel fare una festa in un parco acquatico;

(E) Considera rischi come: farsi male, mancanza di organizzazione…;

(A) La festa si terrà di sabato e il parco sarà aperto al pubblico;

(T) Vorrei che i rischi siano elencati in maniera tabellare per “fonti scatenanti”;

(E) Ponimi domande per darti maggiori informazioni per te utili.

Abbiamo ora tutti gli elementi per saper dialogare con una GenAI, possiamo dunque sperimentare il suo aiuto nella gestione di un progetto a noi sconosciuto, chiedendo una raccolta di tutte le informazioni che ci servono, la schedulazione e la rendicontazione dei costi.

“Voglio aprire un chiringuito!”

Ecco il Prompt (con molti elementi precedentemente detti e che invito a replicare in prima persona) posto nella casella testuale della più famosa GenAI:

“Sei un Project Manager specializzato in attività balneari. Compila un documento che riassuma tutte le informazioni importanti per aprire un “Chiringuito”, considerando progetti simili come chioschi del gelato o bar sulla spiaggia. L’attività sarà aperta solo in estate. Ponimi domande se occorrono specifiche. Vorrei che le informazioni che mi darai seguano il seguente schema (Project Purpose; Assumption and Constraints; Summary Budget; Summary Milestone schedule). Infine, crea una lista di attività logico sequenziali da svolgere, che mi permettano di arrivare all’apertura dell’attività.”

Click, “Invio”!

Ed ecco palesarsi, la risposta con tutte le informazioni richieste e schematizzate secondo le nostre indicazioni, con una lista delle attività da svolgere step by step.

Probabilmente non abbastanza per mollare tutto e partire, ma un buon inizio da cui cominciare a provare e raffinare.

Cosa direbbe una GenAI vedendo il famoso cappello di Antoine de Saint-Exupéry?

In conclusione, però, è bene anche tenere a mente gli svantaggi della GenAI, impossibilitata a vedere oltre numeri e statistiche o “pensare fuori dagli schemi”, abilità importantissima che caratterizza la scintilla umana e che fa la differenza nel trovare soluzioni a situazioni critiche. Eppure, anche il pensiero laterale è “apprendibile”, o almeno applicabile attraverso alcune tecniche (es. S.C.A.M.P.E.R, 6 cappelli); ma può davvero bastare per replicare l’estro creativo che ci contraddistingue? Per quanto una GenAI sia capace nella produzione testuale e grafica, chissà cosa direbbe vedendo il famoso cappello di Antoine de Saint-Exupéry (Le Petit Prince, 1939). Prendendo sommessamente spunto da un altro Grande della letteratura, sarebbe utile far riflettere i project manager ancora intimoriti dall’innovazione, su come e quando combatteranno i loro “mostri”, e per quanto a lungo ancora resteranno a guardare nell’abisso prima di accorgersi che l’abisso gli guarda dentro già da un pezzo.

Marco Cangiano

Project Manager, consulente, docente.

Dopo un percorso di studi in informatica ed Economia, muove i primi passi nella comprensione e coordinamento progetti dapprima in aziende del territorio, e poi a livello nazionale anche come consulente.

Partecipa a varie iniziative in ambito Automotive e IT, scopre sempre più il mondo del Project Management, continua così verso certificazioni sulla metodologia Scrum in ambito Agile, la Certified Associate in Project Management (CAPM)® e ITIL ® 4 Foundation, acquisendo e consolidando nozioni e competenze per la gestione di progetti.

Approda infine in una realtà affermata come ELIS, condividendone completamente vision, mission e valori, dove collabora e tiene docenze sulle tematiche di Project Management

Appassionato di motori, possiede ed elabora nel tempo libero una Fiat Abarth 595.

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