di Daniel Di Martino

Collana Life Design: conoscersi, evolvere e realizzare i propri progetti di carriera.

Prima Parte 

La nascita del Life Design

Nei precedenti articoli abbiamo affrontato il tema del Design Thinking prima e seconda parte.

Qui affronteremo quella che è la sua evoluzione, il Life Design.

Nel mondo frenetico e competitivo di oggi, la carriera professionale rappresenta una parte significativa della nostra vita. Tuttavia, troppo spesso ci troviamo ad affrontare scelte e situazioni che sembrano prendere il sopravvento, lasciandoci incerti e insoddisfatti. È qui che entra in gioco il concetto di Life Design: un approccio strategico per progettare e gestire la propria vita, compresa la carriera, in modo consapevole e intenzionale.

Il Life Design è un metodo per progettare la propria vita e fare consulenza ai soggetti che si trovano a doversi reinventare per cause di forza maggiore oppure che non sono soddisfatti della loro attuale condizione, combinando elementi di auto-riflessione, pianificazione strategica e azione mirata per creare la vita desiderata. Più che semplicemente reagire agli eventi che si presentano, il Life Design implica il prendere il controllo attivo del proprio percorso, definendo obiettivi chiari e sviluppando le competenze necessarie per raggiungerli. È un approccio centrato sull’individuo, che tiene conto delle sue passioni, valori, interessi e aspirazioni.

Questa metodologia nasce dall’approccio che consente di utilizzare strumenti creativi e innovativi per affrontare una vasta gamma di sfide sia di vita che professionali, che si basa sulla capacità di integrare sapientemente capacità analitiche ad attitudini creative, trasformandole in una visione progettuale, ovvero il Design Thinking. Nel corso degli anni sono nate diverse tipologie di interventi basati sui principi del Life Design, i principali modelli sono quello di Burnett & Evans, più pragmatico, quello di Savickas, più introspettivo e narrativo, e, in Italia, quello di Di Fabio, prevalentemente incentrato sull’importanza del gruppo, delle relazioni e dell’autoconsapevolezza.

I cambiamenti che impattano la nostra vita

Alcuni eventi nella nostra vita sono così potenti, così significativi, da essere in grado di alterare il nostro modo di vedere e leggere la realtà. Questi eventi vengono definiti “esperienze trasformative”, che “possono essere concepite come fenomeni in grado di generare conseguenze durature, irreversibili e pervasive sulle credenze, le percezioni, l’identità e i valori degli individui” (White 1993; Brown 2000; Paul 2014; Gaggioli 2016). Queste esperienze possono presentarsi attraverso molte forme differenti: l’incontro con una persona, la fine di una relazione importante, la nascita di un figlio, sopravvivere ad una malattia o ad un incidente, un viaggio, o più semplicemente un libro, un film, un momento di rivelazione.

Sebbene queste storie di trasformazione siano tutte diverse tra loro, esse condividono alcune caratteristiche psicologiche comuni. “L’espansione epistemica e l’intensità emotiva sono le componenti chiave di tali esperienze, che conducono ad una varietà di ripercussioni sul sé, sull’identità, sulle nostre credenze e valori” (Chirico, Pizzolante, Kitson, Gianotti, Riecke e Gaggioli 2022). “Per far sì che tutto questo inneschi un processo evolutivo positivo, è necessario cercare di comprendere come queste conoscenze possano essere applicate per progettare esperienze trasformative positive, combinando i metodi del design e della psicologia” (Chirico, Pizzolante, Kitson, Gianotti, Riecke e Gaggioli 2022). Alcuni tipi di cambiamento possono apparire diversi da altri, perché si verificano improvvisamente, inaspettatamente e senza indizi chiari (Hayes et al. 2007; Paul 2014).

Fondamentalmente, questi tipi di cambiamenti possono avere un impatto profondo sulla vita di un individuo in modo imprevedibile (Hayes et al. 2007); possono anche verificarsi in culture diverse (Carel e Kidd 2020), fasi della vita (Mezirow 1997) e in risposta a diversi (potenziali) elicitori (Gaggioli 2016). La crescita si verifica quando “l’individuo, dopo aver affrontato una lotta traumatica, cambia in modo permanente e positivo, andando oltre la resilienza e trovando benefici duraturi” (Carver 1998). Alla luce di quanto appena esposto, le persone non solo possono trovarsi improvvisamente a doversi reinventare in conseguenza ad un evento di vita inatteso o spinti dalle circostanze impreviste della vita, ma anche perché loro stesse possono cambiare più o meno drasticamente in relazione alle loro esperienze significative. Risulta quindi importante fornire le persone di strumenti adeguati a gestire in modo costruttivo queste tipologie di esperienze trasformative e fasi di vita o, quantomeno, rendere disponibili e fruibili percorsi adeguati che supportino le persone in questi processi di evoluzione.

Come ci aiuta il Life Design

Il Life Design è lo strumento che meglio si adatta a rendere possibile tutto questo e dar risposta a un bisogno: quello di poter essere in grado di indirizzarsi, individuando e intraprendendo il percorso di vita che riteniamo più giusto per noi in quel determinato momento. Questo rappresenta un modello innovativo per la consulenza e l’orientamento. Consiste nell’applicazione delle metodologie e degli strumenti propri del processo creativo nell’orientamento alla carriera e nelle scelte di vita. Questo approccio nasce dall’esigenza di adattarsi alla rapida e incessante trasformazione cui le “persone che vivono nel XXI secolo, caratterizzato da un’economia globale in rapido movimento” (Coutinho, Dam & Blustein 2008), vanno incontro. Infatti, lo sviluppo di carriera non segue più traiettorie lineari come succedeva in passato: attualmente, le “attività occupazionali sembrano molto meno definite e prevedibili e le transizioni lavorative più frequenti e difficili” (Savickas 2010).

Anche se il Life Design sembra modellarsi perfettamente in sintonia con la cultura del XXI secolo, si può affermare che, sebbene con un nome diverso, esso fosse già una pratica adottata in contesti molto più antichi e in differenti culture. Basandosi sul costruttivismo psicologico, che vede il significato come costruito interpersonalmente dall’individuo, il Life Design prende il costruzionismo come epistemologia centrale. “Il costruttivismo e il costruzionismo ritraggono entrambi l’esperienza umana come incoerente e variabile” (Savickas 2015). Particolare significato risiede nelle parole che le persone usano per descrivere e spiegare le loro esperienze piuttosto che il mondo. Il costruzionismo sociale vede le “persone come narratori che usano la narrativa e le relazioni per co-costruire il significato attraverso il dialogo” (Collin & Guichard 2011).

Immersa nel costruzionismo sociale e nel paradigma del Life Design, la Teoria della Costruzione di Carriera (Savickas 2002, 2013) vede le carriere della vita umana come plasmate in modo interpersonale dagli individui in interazione con gli altri. A sua volta, la consulenza per la costruzione della carriera utilizza la narrativa come mezzo chiave, in quanto “è la storia della vita che collega le esperienze attraverso il tempo, favorisce l’unità e l’intenzionalità, modella l’identità rispetto a chi si è e chi si sta diventando nel lavoro e negli altri ruoli della vita” (Savickas 2011). Raccontando le loro storie, le persone modellano le loro identità come narrazioni autobiografiche che si autodefiniscono. Il Life Design sottolinea la necessità di aiutare le persone a diventare esperte nella costruzione delle loro carriere, per “anticipare e affrontare le transizioni e per creare un orientamento positivo verso il futuro” (Savickas et al. 2009). Pertanto, il Life Design è un modello teorico che enfatizza la flessibilità umana, l’adattabilità e l’apprendimento lungo tutto l’arco della vita e pone gli individui in un processo continuo di integrazione nei loro contesti. Sono nuovi metodi per aiutare le persone ad avere una speranza per il futuro, infondere fiducia nella loro società e nelle loro comunità.

La chiave per un progetto di successo

Per assistere meglio i soggetti nel progettare le loro vite per il XXI secolo, molti esperti ora si concentrano sull’identità piuttosto che sulla personalità, sull’adattabilità piuttosto che sulla maturità, intenzionalità piuttosto che decisione, e storie piuttosto che punteggi. Il paradigma del Life Design scaturisce dal Design Thinking, che si basa sulla capacità del progettista di considerare contemporaneamente:

  • I bisogni più latenti delle persone (desiderability);
  • Le disponibilità materiali e le risorse (feasibility);
  • Le disponibilità economiche e i limiti in termini di business (viability);

L’intersezione di questi tre fattori è la chiave per un progetto di successo. Secondo la definizione che ne dà Tim Brown (2009), “il Design Thinking è un approccio all’innovazione finalizzato a integrare i bisogni delle persone con le possibilità offerte dalle tecnologie e gli obiettivi aziendali”. Questo processo può essere suddiviso in cinque fasi: Empatizzare, Definire, Ideare, Prototipare e Testare.

Il Life Design è quello strumento che ci permette di diventare flessibili, raggiungere una nuova consapevolezza di sé stessi e ci consente di esplorare al meglio le opportunità che ci capitano o che ci creiamo. In questo modo possiamo essere in grado di soddisfare il bisogno di essere pronti a sapersi reinventare ogni qualvolta il destino ce lo richieda oppure noi sentiamo la necessità di doverlo fare. Il Life Design è un modello innovativo utilizzato per la consulenza di carriera che permette di acquisire strumenti e metodologie efficaci per progettare in modo strategico la propria vita. Questo paradigma verte sulla promozione dell’autoconsapevolezza e ha come obiettivi il potenziamento delle risorse personali al fine di fronteggiare al meglio i cambiamenti continui sia individuali che culturali, rendendo il soggetto più flessibile e pronto a destreggiarsi nell’imprevedibilità della società moderna.

Perché il life design è così cruciale per l’orientamento e lo sviluppo della carriera? Innanzitutto, offre una cornice strutturata per esplorare le proprie passioni e interessi, aiutando le persone a identificare opportunità di carriera che sono in linea con la loro autenticità e felicità. In secondo luogo, promuove la consapevolezza e l’auto-riflessione, che sono fondamentali per lo sviluppo personale e professionale. Inoltre, incoraggia la flessibilità e l’adattabilità, abilità cruciali in un mondo del lavoro in rapida evoluzione. Infine, promuove un senso di realizzazione e soddisfazione personale. Quando le persone progettano la propria vita in modo intenzionale, si sentono più motivate e coinvolte nel perseguire i propri obiettivi, il che porta a una maggiore felicità e successo nel lavoro e nella vita.

In conclusione, il Life Design è fondamentale per l’orientamento e lo sviluppo della carriera perché fornisce una guida strutturata per esplorare le proprie passioni, sviluppare una direzione chiara e perseguire il successo. Investire tempo ed energie nel progettare la propria vita può portare a risultati straordinari e una maggiore soddisfazione nel lavoro e nella vita.

Nei prossimi articoli parleremo del Life Design nei diversi modelli come quello di Burnett & Evans e il modello di Savickas che considera l’identità di carriera plasmata dall’autorganizzazione delle molteplici esperienze di vita quotidiana. Affronteremo infine il tema del Life Design nel  modello del Counseling Italiano. Non perdetevi gli appuntamenti.

 

Bibliografia

(1) La Felicità è una Scienza e si può apprendere. Strategie positive per allenare e promuovere il benessere al lavoro e nella vita, Franco Angeli Editore  LEGGI LA NOSTRA RECENSIONE

 

Daniel Di Martino

Psicologo del Benessere & delle Organizzazioni, specializzato in Psicologia Positiva, Empowerment e Tecnologie Positive. Laureato Magistrale con lode presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, presso cui ha ricoperto il ruolo di rappresentante degli studenti per la facoltà di psicologia e di vice presidente di associazione studentesca, per sviluppare la comunità universitaria e promuovere l’aggregazione. Psicologo e Consulente per le organizzazioni e le risorse umane presso Eu-tròpia SB, dove progetta e conduce corsi di formazione, assessment, development center e focus group. Specializzato su temi di Diversity & Inclusion, orientamento e sviluppo di carriera, ricerca e analisi quanti-qualitativa. Segue altri progetti esterni in parallelo di selezione del personale e di progettista di percorsi di potenziamento. Coach certificato all’uso della metodologia Happy Coaching ®.
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