di Daniel Di Martino
Collana Life Design: conoscersi, evolvere e realizzare i propri progetti di carriera.
Prima Parte
Introduzione
Una delle poche cose che ho imparato nella vita è che niente è certo. Trascorriamo ogni giorno avvolti dalle certezze che crediamo di avere, ma sono soltanto transitorie. Proprio nel momento in cui siamo convinti di avere tutto sotto controllo, di star procedendo nella giusta direzione, accade qualcosa che ci stravolge tutto e lì ci troviamo di fronte ad un bivio, il più difficile ma allo stesso tempo stimolante e affascinante: crollare oppure rinascere, prendendo in mano la nostra vita ancora una volta e decidendo il nostro nuovo piano.
La vita è come un lungo percorso costellato di tappe, diverse fasi che siamo chiamati a compiere dal destino che ce le svela solo quando lo ritiene opportuno e ci mette di nuovo alla prova. Cadiamo, ci rialziamo e la direzione da intraprendere spetta solo a noi deciderla. Ci costruiamo la realtà che pensiamo di desiderare giorno dopo giorno, svegliandoci e poi rendendoci conto che forse non è esattamente ciò che vogliamo davvero, non è quello che ci fa battere il cuore e ci fa andare a dormire felici (1) in trepidante attesa di svegliarci l’indomani per riprendere ciò che avevamo interrotto la sera prima.
Io credo che vivere significhi questo, trovare quel qualcosa che non ci fa vedere l’ora di averne ancora e ancora e ancora. Quel qualcosa quasi mai arriva subito, dobbiamo esplorare diverse opzioni prima di incontrarlo. Provare, sbagliare e ricominciare la ricerca finché non la incontriamo.
Il primo passo è riuscire a scoprire quali siano quelle attività che ci fanno brillare gli occhi e ci assorbono, creando in noi un senso di “flow”. Inoltre dobbiamo andare alla ricerca di “esperienze affettive positive che possono contribuire a lungo termine alla crescita e allo sviluppo personale” (Fredrickson 2001). Il fine ultimo è quello di raggiungere la soddisfazione per la propria vita.
Ciò che ci guida attraverso questo percorso di scoperta e di vita, sono i valori e la motivazione. Questi ci identificano e ci spingono nelle differenti direzioni. La loro comprensione ci consente di conoscerci meglio e di compiere scelte che siano autentiche.
Ognuno compie scelte in base alle strategie e agli strumenti di cui dispone in un dato momento della propria vita e questi sono frutto delle nostre esperienze passate, della nostra prospettiva temporale, di come abbiamo vissuto e interpretato o elaborato il nostro passato e presente, questo inevitabilmente influenza in modo positivo o negativo la visione del nostro futuro e condiziona il nostro modo di essere.
Riuscire a integrare e ricercare il senso di ogni avvenimento nel modo più corretto è fondamentale per riuscire a vivere il presente in modo costruttivo e positivo, mantenendo un senso di sé consapevole ed equilibrato. Il Design Thinking è l’approccio di pensiero e metodologico che permette tutto questo, il Life Design è lo strumento e il Feedback è ciò che ci permettere di correggere la traiettoria verso un percorso di crescita coerente con ciò che siamo e desideriamo.
Partiamo dal Design Thinking
Il Design Thinking è un approccio che consente di utilizzare strumenti creativi e innovativi per affrontare una vasta gamma di sfide sia di vita che professionali. Si basa sulla capacità di integrare sapientemente capacità analitiche ad attitudini creative, trasformandole in una visione progettuale. Fare innovazione grazie al Design Thinking vuol dire combinare metodologie e tecniche quantitative a processi di inferenza maggiormente sintetici e intuitivi.
Il problem solving è alla base di questo approccio, in quanto si sviluppa tramite un processo incentrato sulla persona e sulla risoluzione di problemi complessi, con lo scopo di generare valore attraverso soluzioni innovative. Il Design Thinking può aiutare le aziende a risolvere problemi organizzativi interni, o accompagnare la progettazione e il lancio di una startup, oppure supportare e rendere più efficienti i processi di realizzazione e distribuzione di un prodotto e/o di un servizio. Ma in senso più esteso può essere usato da chiunque abbia un problema da risolvere e abbia bisogno di soluzioni creative per affrontarlo, sia in ambito aziendale sia personale/professionale. Il più noto modello di Design Thinking Process è quello della D. School della Stanford University, che consiste in cinque fasi:
- Empathize: una delle peculiarità del designer è proprio la capacità di empatizzare con l’utente per scoprirne i bisogni più latenti. Infatti, secondo questo modello, solo mettendosi nei panni di colui al quale è rivolto il progetto, il designer potrà soddisfare pienamente l’obiettivo. La fase di empatia serve a liberarsi dei propri costrutti mentali per scavare a fondo nei bisogni dell’utente e trasformarli in insights.
- Define: grazie a una sintesi di questi insights supportati da una ricerca indiretta, il designer è poi in grado di definire una strada progettuale per dare inizio alla fase di ideazione.
- Ideate: questa terza fase inizia con la famosa domanda “How might we?” e le molteplici risposte che la seguono. Questo rappresenta il momento giusto per iniziare a divergere e a pensare “fuori dal quadrato” così da generare, oltre alle idee più ovvie, quelle più stravaganti. Tale procedimento condurrà poi al momento in cui verrà effettuata una scelta tra le varie opzioni proposte.
- Prototype: dopo aver scelto un’idea, il team di design inizia a renderla tangibile, in maniera grezza (low-fidelity prototype).
- Test: in ultimo, il processo si conclude con la sperimentazione sull’utente e la raccolta di feedback. Questo step permette di farsi aiutare dagli utenti nella definizione del prototipo e dà il via a un processo di iterazione che porterà alla soluzione definitiva.
Nella Seconda Parte dell’articolo esploreremo come il Design Thinking può essere utilizzato nelle aziende per risolvere problemi complessi in vari ambiti di gestione e condurre al successo.
Bibliografia
Daniel Di Martino
Psicologo del Benessere & delle Organizzazioni, specializzato in Psicologia Positiva, Empowerment e Tecnologie Positive. Laureato Magistrale con lode presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, presso cui ha ricoperto il ruolo di rappresentante degli studenti per la facoltà di psicologia e di vice presidente di associazione studentesca, per sviluppare la comunità universitaria e promuovere l’aggregazione. Psicologo e Consulente per le organizzazioni e le risorse umane presso Eu-tròpia SB, dove progetta e conduce corsi di formazione, assessment, development center e focus group. Specializzato su temi di Diversity & Inclusion, orientamento e sviluppo di carriera, ricerca e analisi quanti-qualitativa. Segue altri progetti esterni in parallelo di selezione del personale e di progettista di percorsi di potenziamento. Coach certificato all’uso della metodologia Happy Coaching ®.
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