A cura di Venera Monaco ,
In un noto video musicale per bambini su youtube il nonno è il macchinista e il papà il capostazione, la nonna e la mamma rimangono nel vagone a “non far nulla”. Io e il mio quasi treenne ci divertiamo a ribaltare i ruoli così cantiamo che la nonna è macchinista, la mamma capostazione, mentre il nonno e papà sono nel vagone. … mio marito sorride .. e condivide. Da quando è nato Leo mi sono resa conto personalmente di come ancora oggi molto dell’intrattenimento e letteratura infantile è condizionato dalle differenze di genere. Il video di cui vi ho appena parlato ne è un esempio, ma poi c’è anche Top Tip, un simpatico topolino, la cui mamma aspetta papà che torna dal lavoro con tanto di grembiule dopo aver passato la giornata a risistemare la casa… la tavola è già apparecchiata!
Le discipline STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics) per secoli sono state considerate discipline per soli uomini, le donne non erano considerate adatte per questo tipo di studi, così abbiamo convinto le nostre bambine che un robot poteva essere progettato solo da un uomo, che sulla luna potevano andare gli uomini e non le donne, che l’ingegnere era sicuramente maschio, mentre nella migliore delle ipotesi le nostre bambine potevano aspirare a diventare segretaria, maestra o professoressa, tutti ruoli con aspettative di carriera e salariali decisamente più bassi.
Quando mi sono iscritta all’università, neanche troppi anni fa, le ragazze eravamo veramente poche, qualche decina in un’aula di più di cento studenti. In quegli anni però il cambiamento stava nascendo e quando mi sono laureata vedevo già circolare tra i corridoi molte più colleghe di quante non ne avessi conosciuto il primo anno.
In Italia, la percentuale di donne nel campo del cloud computing è pari al 17%, in quello ingegneristico è del 19% e nell’intelligenza artificiale del 31% (WEF, Global Gender Gap Report, 2020). Assistiamo in questi anni ad un grandissimo sviluppo delle tecnologie, l’Intelligenza artificiale è alle porte della nostra quotidianità e le nostre ragazze spesso non si sentono all’altezza, non si sentono adatte e pronte a queste grandi sfide di innovazione.
L’equilibrio di genere è una conquista lunga, culturale, che non può passare solo attraverso azioni correttive come possono essere le “quote rosa”. Le quote hanno aiutato certamente a creare un contesto in cui non fossero solo uomini a decidere della carriera di una donna, a preferire un collega piuttosto che una collega in un ruolo di responsabilità, ma ci hanno fatto sentire di essere scelte per numero e non per competenza.
Senza rinnegare i risultati, pur comunque positivi, raggiunti con queste “azioni correttive”, oggi le donne hanno bisogno di sentirsi a proprio agio nei ruoli apicali per competenza e non per quota.
Seguo con interesse e apprezzo il lavoro che sta svolgendo in Italia Valore D, la prima associazione di imprese che promuove l’equilibrio di genere e una cultura inclusiva per la crescita delle aziende e del paese. Molto bello il video che hanno realizzato quest’anno; la disuguaglianza di genere comincia a 6 anni sui banchi di scuola, le nostre bambine anche le più promettenti non sono invogliate a seguire le loro aspirazioni scientifiche e molto spesso sono anche ostacolate. Vi invito a leggere la relazione dal titolo “Le buone pratiche aziendali per superare il divario di genere in ambito scientifico e tecnologico” , un’analisi accurata dello stato di occupazione delle donne nelle discipline STEM e una serie di iniziative da replicare e diffondere per cambiare la mente degli uomini ma anche delle donne, e si perché spesso siamo noi donne a creare questi condizionamenti.
Samantha Cristoforetti è in questo momento la più importante testimonial di questa rivoluzione culturale, due volte nello spazio, la prima donna a comando della Stazione Spaziale Internazionale pronta per altre missioni scientifiche ma anche mamma e moglie. Quando partì per l’ultima missione circolava sul web la foto di lei, in tuta spaziale, ormai pronta al lancio che saluta i suoi figli. Mi immedesimo nell’orgoglio di questi bimbi che da adulti riguarderanno questo scatto.
Quello che lasciamo ai nostri figli è la qualità del tempo che gli dedichiamo e l’esempio e l’ispirazione che siamo in grado di infondergli. Samantha Cristoforetti ci ha insegnato ad ispirare i nostri figli.
Qualche anno fa comprai (per me) “Storie della buona notte per bambine ribelli” di Francesca Cavallo e Elena Favilli, perché in un qualche modo mi riconoscevo in quella ribellione e guardavo con ammirazione queste donne che con la loro andare contro corrente hanno potuto dimostrare il loro genio. Oggi questo libro è tra quelli che mio marito legge a Leo, ogni sera la storia di una bambina ribelle.
L’augurio è di uscire anche da questo ultimo stereotipo: l’equilibrio di genere non è una ribellione, non è andare contro corrente, ma è vivere ogni opportunità di carriera “alla pari”, con normalità, per merito e non per quote. E noi donne STEM dobbiamo essere le prime testimonial di questo successo.
Essendo diventata mamma da poco, ma ormai esperta di letteratura per la prima infanzia, vi consigio due meravigliosi libri di Julia Donaldson e Axel Scheffler: Uno è Zog e l’altro è il suo seguito “Zog e i medici volanti”.
Sabrina dice: “Per dirindina! State a sentire perchè ho delle cose importanti da dire! La principessa da grande non farò, io ho studiato e dottore sarò … Il mondo è strapieno di botte e ferite che vanno trattate, curate, guarite”.
Non è esattamente una storia sugli stereotipi di genere ma lascia dentro noi genitori e i nostri bimbi e bimbe un grande messaggio di uguaglianza e perseveranza nell’ottenerla.
Scrivi un commento